Insieme si vince
Ho scelto di dare questo titolo perché mi ha contattata Giulia, 45 anni che sta vivendo anche lei un momento non proprio sereno nella sua vita. Mi scrive…”ho trovato il tuo blog per caso, ho letto alcune cose e mi sono ritrovata un po’ in te. Non penso che tu possa darmi la soluzione, queste sono situazioni che solo chi le vive può capire, ma un punto di vista di un esterno magari può dare uno spunto. Ti auguro che il tuo blog possa emergere come tu desideri.
Stavo per chiamarti e dirti che se davvero ci tieni a me, dovresti fare qualcosa per sorprendermi, non qualcosa di costoso ma che mi faccia sorridere.
Invece, qualcosa mi ha bloccata, mi sono messa a scrivere. Non posso chiederti di fare qualcosa di speciale, forse lo avresti anche fatto, ma non funziona. Voglio una persona che mi ami, che mi rispetti, tu non sei proprio capace. Chissà se sei proprio così o lo sei perché stai con me.
Anche stamattina quando mi hai abbracciata che stavi uscendo mi hai detto quanto dovevo sentirmi bene a stare con uno come te. Sempre tu, sempre farti sentire importante. Vedi, io continuerei a stare con te nonostante i tuoi difetti, il tuo egocentrismo. Non mi aspetto la perfezione, sono consapevole ma il cercare di migliorare o quantomeno di provarci, quello sì. Purtroppo in questo momento prevale la delusione profonda che ho verso di te.
Ci siamo fatti del male, a volte involontariamente ed ora avremmo anche pareggiato i conti, ma non sono serena con te. Non voglio l’impossibile credi, voglio o vorrei solo fare un salto di qualità a questa strampalata coppia che siamo noi due. In questo momento resto con te perché non saprei dove andare, non intendo un luogo fisico, quello mi diresti tu non sarebbe un problema. Intendo la solitudine, non ho una famiglia anzi ce l’avrei pure ma tu hai calpestato i miei sogni di renderla solida.
Ieri è stata una bella giornata, siamo usciti, finalmente si respirava un po’ di normalità.
Ma la nostra di normalità quando arriverà?
Forse, anzi, sicuramente quando io metterò la mia anima in pace. Con tutto questo scrivere dovrei finalmente arrivare ad una quadra. Sai, quando scrivo che di te non mi fido, a me dispiace provare questo sentimento. Ti guardo e certe volte nei tuoi occhi rivedo la persona bella che ho idealizzato negli anni. In altri momenti invece ti odio proprio, non mi piaci.
Devo imparare a convivere con questa sensazione che ho su di te. In questi anni mi sono fatta schiacciare da te e ricompormi mi risulta complicato. Non scarico totalmente la colpa su di te, ognuno è responsabile e artefice del proprio destino ed io lo sono stata del mio, ma continuare a giustificarmi o colpevolizzarmi per ciò che mi è mancato o da errori commessi, non serve più.
Ho capito che inconsciamente queste mie mancanze mi hanno reso molto più fragile di quanto avessi creduto. Mi ero costruita un fortino, ma di cartone. È stato doloroso e lo è ancora prendere coscienza che quell’amore che ho sempre sognato non esiste e mi fa rabbia pensare che sono stata una vera cogliona a credere di aver costruito qualcosa di solido con te. Sono stata una cogliona a fare il vuoto intorno a me, perché vivevo nell’illusione che il mio tutto fossi tu. Mi sono illusa e di conseguenza non sono cresciuta, ho preferito stare sotto una campana di vetro, proteggermi, credere di avere quello che non avevo avuto in famiglia.
Ed ora quella pseudo sicurezza che avevo, traballa perché non era reale, devo costruirne una nuova, solida. Non mi spaventa ma non so da dove iniziare.