Inno alle amiche, le mie amiche

Francy, Betty, Carla, Alessandra. Non sono messi in ordine di importanza i nomi delle mie amiche, ma quando le ho conosciute. Per me hanno la stessa identica importanza proprio per la diversità caratteriale di ognuna di loro, che per qualche strano, meraviglioso motivo ha interagito con me. Francy, che ho incontrato nel lontano 1994 ad un corso di telemarketing. Ci siamo scelte in mezzo a tante, la chiamo la mia sorellona. Lei per me è un po’ quella famiglia che non ho più e soprattutto quella che avrei desiderato avere.
È diventata la madrina della mia prima figlia.
Betty, incontro di notte nella sala parto del
Policlinico Gemelli e la ritrovo per caso nella mia stessa stanza. Quanto ho riso in quei giorni. Poi la prassi solita quando due neo mamme si salutano, si scambiano il numero di telefono con la promessa di chiamarsi cosa che non succede praticamente mai. Invece noi siamo ancora qua, parafrasando Vasco, dopo 24 anni.
Carla, incontrata in palestra nel 2005 molto più fisicata di me, totalmente opposte ma ci ha accumunato il fatto di esprimere, a volte anche senza mezzi termini ciò che pensiamo.
Alessandra, ho conosciuto prima sua figlia, alla quale portavo la merenda, il famoso panino arabo, quando portavo la mia di figlia a danza. Completamente
diverse io e lei, ma è l’unica con cui ho fatto e rifarei dei viaggi oltre oceano anche se certe volte l’ho odiata. Ma questo gliel’ho detto apertamente.
Con ognuna di loro non ci risparmiamo punti di vista obiettivi, ma alla base di tutto c’è una profonda educazione e rispetto a non voler prevaricare. Ecco, questo è ciò che sono le mie amiche, alle quali vorrei dire grazie di esistere.